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Megera brama solo la punizione della carne, ma sono le torture di Tisifone le più crudeli.

–Un appunto dello Scriba del Centimane

Tisifone è una delle tre componenti, insieme alle sue sorelle AlettoMegera, delle terribili Furie. Come Furia della Mente, il ruolo di Tisifone è quello di perseguitare, per sempre, in modo subdolo e sadico i colpevoli di spergiuro, tramite l'ausilio delle sue terribili e reali illusioni; mostrando loro i propri peccati passati ed il meglio che il mondo avrebbe da offrire: infinite ricchezze, somma gloria e fama e i più sfrenati piaceri della carne. Così facendo, la Furia della Mente irride e tortura i suoi prigionieri, strappandoli continuamente all'ultimo dalle loro idilliache visioni, per torturarli in eterno con la crudele e violenta realtà della loro prigionia, piegando sempre più le loro menti, fino a spezzarle del tutto, facendoli precipitare nell'abisso della pazzia.

All'interno della saga di "God of War" appare soltanto in God of War: Ascension, dove ricopre il ruolo di una delle tre antagoniste principali.

Serie di God of War[]

L'Ira dei Primordiali e nascita[]

In un'era antecedente i Titani, prima degli Dei dell'Olimpo, divampò una violenta battaglia...l'ira delle Divinità Primordiali...le creature che plasmarono la Terra.

–Gaia

Batalla de los Primordiales 3

Ourea ferisce gravemente Nemesi, colpendola al volto. In questo modo, il sangue e le carni della Primordiale della Giustizia finiscono nelle acque del mare.

Poco tempo dopo la loro nascita, tra i potenti Primordiali scoppiò una furiosa guerra, mossa dal desiderio di alcuni di riuscire a conquistare il potere e regnare così sui propri simili. Questo furioso conflitto andò ad intensificarsi tra quattro di queste antiche divinità: Urano e Talassa, e Ourea e Nemesi.

Con la morte di Talassa, per mano di Urano, vennero a formarsi tutte le masse d'acqua che ricoprirono la superficie della Terra. Quando però Ourea ferì gravemente Nemesi al viso, le carni e il sangue della primordiale della giustizia finirono nelle acque del mare appena formatosi. Qui, gli umori cominciarono a mutare e uniti a tutti quei primi mali, alla collera e alla sete di guerra scaturita da quell'antico scontro, portarono alla nascita di Tisifone e delle sue sorelle.

Nascita furie tisifone megera gow ascension

La nascita delle Furie, che emergono dal caos generato dalla battaglia tra i Primordiali.

E da questa collera, da questa sete di guerra, emersero le Furie.

–Gaia

Terzogenita ed ultima delle Furie ad emergere dalla furia dei Protogenoi, Tisifone si unì ben presto alle sue sorelle, accettando così il ruolo che il mondo aveva affidato loro.

Ne Titani, ne Dei. Ne mortali, ne spettri. Le Furie non avevano vincoli, in quanto Custodi dell'onore. Esecutrici del castigo. Flagello dei traditori.

–Gaia

Andando a costituire una razza a sé, le tre sorelle erano prive di qualsiasi vincolo di sangue o di fedeltà nei confronti di qualunque altra razza divina presente sulla Terra. Ciò permise loro di andare a ricoprire il ruolo di imparziali guardiane dell'onore ed esecutrici del castigo nel caso in cui questo venga sporcato.

Non si conoscono le azioni di Tisifone e delle due sorelle durante il regno di Urano, e (dopo la sua detronizzazione) durante quello di suo figlio Crono, ma è probabile che le tre decisero di restare in disparte ed osservare gli eventi che avrebbero portato alla caduta dei Titani e all'ascesa al potere degli Olimpici.

L'ascesa degli Dei dell'Olimpo e il patto di Briareo[]

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Poseidone, Ade e Zeus vittoriosi alla fine della Grande Guerra.

Quando Zeus salì al potere, scoprì che le sorelle non rappresentavano una minaccia.

–Gaia


Dopo aver salvato i suoi fratelli dal ventre del padre, Zeus decise di muovere guerra ai propri genitori per punirli e detronizzarli, conquistando così il dominio su tutto il creato.

Briareo

Il Centimane, imprigionato negli abissi del Tartaro.

Le Furie impartivano il proprio castigo soltanto a chi ritenevano colpevole. E il primo di questi traditori fu il centimane Briareo.

–Gaia

Per aumentare le probabilità di vittoria sue e dei suoi fratelli, il Dio del Tuono decise di liberare il centimane Briareo dagli abissi del Tartaro; luogo dove era stato rinchiuso insieme ai suoi fratelli (Cotto e Gige) dal padre Urano; poichè questi fu disgustato dal loro aspetto e timoroso della loro tremenda forza. Fu così che tra i due venne stretto il primo patto di sangue nella storia del mondo: il futuro Re degli Dei avrebbe liberato l'ecatonchiro dalla sua prigionia se questi gli avesse promesso la sua eterna obbedienza e aiuto durante la guerra che stava per scoppiare.

Briareo rompe patto sangue con zeus GoW Ascension

Briareo infrange il suo vincolo di sangue con Zeus, per poter così partire e liberare Cotto e Gige dalla loro prigionia.

Quando il mostro strinse un patto di sangue con Zeus, salvo poi tradire il re degli Dei, le Furie non esitarono ad intervenire.

–Gaia

Grazie all'aiuto del mostro, gli Olimpici furono in grado di sconfiggere i possenti Titani e a rinchiuderli nelle profonde oscurità degli Inferi. Conclusa la Titanomachia, però, Briareo decise di infrangere il vincolo contratto con Zeus; molto probabilmente per avere così la possibilità di liberare i suoi due fratelli e assieme a loro conquistare il mondo, che apparteneva a loro per diritto di nascita. Avvertito lo spergiuro perpetrato dal centimane, Tisifone e le sue sorelle non esitarono ad entrare in azione.

Furias y Zeus

Avvertito lo spergiuro di Briareo, le Furie non esitano ad entrare in azione.

Le sorelle non diedero tregua a Briareo, e dopo averlo catturato, lo torturarono senza pietà.

–Gaia

Dietro indicazioni del sovrano dei Cieli, le Furie cominciarono a dare la caccia a Briareo, e una volta raggiunto lo torturarono senza pietà per punizione dello spergiuro commesso. Ridotto all'immobilità il mostro, le sorelle decisero che la morte era una punizione troppo clemente per il suo tradimento, così decretarono di fare del centimane un esempio per tutti coloro che in futuro avessero anche solo pensato di rompere una promessa o un patto di sangue.

Hecaton Mural

Vittima di orribili torture e mutilazioni, il centimane Briareo viene lentamente trasformato nella Prigione dei Dannati, per volere delle Furie.

Il primo ad infrangere un patto di sangue. Le Furie lo torturarono, tramutandone il corpo in questa oscura prigione.

–Murale nella Prigione dei Dannati, che spiega il triste fato toccato a Briareo.

Nei secoli successivi la cattura, Briareo fu orribilmente torturato: il suo corpo venne mutilato, intere sezioni e organi del suo fisico vennero rimosse o modificate, celle e macchinari di tortura vennero scavati nella sua carne e lentamente venne trasformato nella Prigione dei Dannati. E poco dopo il suo completamento, venne ben presto rinchiuso al suo interno il primo mortale che decise di infrangere un vincolo di sangue con una divinità.

L'arrivo di Ares[]

Un tempo erano giuste. Severe, ma giuste. Dev'essere colpa di Ares, immagino.

–Lo Scriba del Centimane

Negli anni successivi, le Furie testimoniarono e imposero gli innumerevoli patti che i mortali cominciarono a stringere tra loro e/o con le divinità olimpiche, e ad imprigionare e torturare tutti coloro che invece venivano meno alla parola data. Tra questi vi fu anche il vincolo che il grande architetto siceliota Archimede strinse con il Dio dell'Illuminazione Apollo, quando promise che avrebbe costruito in suo onore un'enorme statua nel luogo di nascita del Dio: l'arcipelago di Delo. Fu sempre in questi anni che Tisifone diede vita al suo Demone; un potente e senziente costrutto d'energia, dalle fattezze di una spettrale creatura alata.

Ares furie aletto contatto

Nella speranza di poter creare il guerriero perfetto, Ares entra in contatto con Tisifone e le altre Furie.

Quando l'ambizione e la sete di potere di Ares cominciarono a mutare in pura follia ed ira, nei confronti del regno di suo padre e del resto dei suoi familiari (andando così ad alimentare l'infame ciclo di violenza, che da tempi remoti affliggeva la stirpe di Urano), il Dio della Guerra iniziò a tramare la disfatta degli Olimpici. il Dio del Massacro tentò di usare la profezia del Guerriero Marchiato a proprio vantaggio; ma per riuscirvi aveva bisogno di una sola cosa: il soldato perfetto. Un guerriero capace, da solo, di radere al suolo l'intero Monte Olimpo.

Nella speranza di poter concepire egli stesso un tale soldato; il Dio del Massacro entrò in contatto con le Furie. Col tempo, egli riuscì a corrompere le sorelle, facendogli sposare il suo folle piano di distruzione e conquista. Dopo aver portato le tre dalla sua parte, Ares, sempre più ebbro di potere e follia, si unì alla sorella di Tisifone, Aletto, nella speranza che l'unione di un Dio e di una Furia potesse portare alla nascita dell'essere di cui il Dio del Massacro aveva un disperato bisogno. Da tale unione nacque Orkos, che ben presto, però, si rivelò essere una delusione agli occhi del genitore e che per questo venne abbandonato a se stesso. Nonostante ciò l'alleanza formata tra il Dio della Guerra e le Furie rimase, così come i loro diabolici intenti.

Sono nato dall'unione del Dio della Guerra con la Regina delle Furie. Ebbro d'ira e di follia, Ares sperava di concepire il guerriero perfetto. Ma non ho fatto che deluderlo.

–Orkos

Furie affidano compito custode patti orkos

Vedendo del potenziale in Orkos, Tisifone e le altre Furie decidono di affidargli il compito di Custode dei Patti.

Vedendo dell'utilità nel giovane semidio, Tisifone e le sue sorelle decisero di salvarlo, divenendone così le madri, e di affidargli l'incarico di Custode dei Patti, con anche il compito di farli rispettare. Vincoli (sotto forma di brillanti pietre color ambra) che il semidio avrebbe dovuto conservare sul proprio corpo; azione che non solo provocava un enorme dolore al neo-custode ma che ne affliggeva poi anche il corpo, lasciando orribili incavi e piaghe nei punti dove prima si trovavano le varie gemme. Tale era la mansione affidatagli che le Furie obbligarono anche lo stesso Orkos a compiere un giuramento sulla sua nuova funzione, vincolo che si convertì (come tutti i giuramenti testimoniati dalle tre sorelle) e si materializzò sotto forma di una grossa pietra color ambra.

Furie pietra giuramento patto kratos pelle orkos

Tisifone e le sue sorelle cominciano ad innestare le varie Pietre del Giuramento nel corpo di Orkos, cosicché egli le custodisca, provocandogli però nel frattempo un indicibile dolore.

Mi salvarono le mie madri, con il compito di far rispettare i patti.

–Orkos

E fu così che Orkos iniziò a servire Tisifone e il resto delle sue madri, portando a termine fedelmente il loro volere, custodendo e facendo rispettare i vari vincoli di sangue contratti dai mortali; ignaro però delle vere motivazioni che spingevano le azioni dei suoi genitori.

Il patto di Kratos[]

Nel corso degli anni, Il Dio del Massacro cominciò ad osservare con interesse il giovane mortale Kratos. Vedendo nel semplice guerriero spartano le caratteristiche di un Dio, Ares decise di trasformarlo nell'arma definitiva di cui aveva bisogno.

Ares aletto furie piano crollo caduta monte olimpo

Con la complicità di Tisifone e delle altre Furie, Ares comincia a mettere in atto il suo piano per scuotere le fondamenta stessa dell'Olimpo, con lo scopo di soggiogare e regnare poi sugli Dei stessi.

Ares ti ha creato con lo scopo di radere al suolo l'Olimpo!

–Orkos rivela la verità a Kratos

Fu così che il folle Dio della Guerra cominciò segretamente a condizionare la vita dello spartano. Inizialmente gli fece prendere parte ad una delle tante scommesse tra gli Dei. L'obiettivo di questa nuova contesa divina era quello di scegliere un mortale e di obbligarlo a intraprendere un viaggio per riuscire ad ottenere la magica ambrosia del Dio Asclepio. Kratos, divenuto perciò il campione scelto da Ares, riuscì a vincere la sfida e a tornare trionfante a Sparta, dove fu nominato capitano. Da quel momento in poi, la vita dello spartano fu segnata.

Qualche anno dopo, raggiunta ormai la fama di guerriero micidiale, Kratos si lanciò insieme al suo esercito contro un'ondata di spietati barbari (guidati dal giovane re Alrik) che si stava ammassando ad est di Sparta, per volere di Ade, che voleva vendicarsi di Ares e del suo campione per la sconfitta subita. La battaglia fu breve e spietata: la disciplina dei soldati spartani fu quasi del tutto inutile contro la brutalità dei barbari.

Furie prove sangue patto kratos ares

Per suggellare il patto di Kratos ed averlo del tutto in pugno, Ares e le Furie ideano tre prove di sangue.

Disteso ed inerme, sopra una pila di cadaveri spartani, Kratos stava per essere finito dal re barbaro; quando, in un disperato tentativo di salvare se stesso ed assicurarsi la vittoria, invocò l'aiuto del suo signore: il Dio della Guerra. Conscio che lo spartano avrebbe implorato la sua protezione, Ares aveva già escogitato insieme ad Tisifone e le altre Furie tre orribili prove di sangue con le quali suggellare il vincolo di Kratos ed averlo del tutto in pugno: versare il sangue dei nemici, il sangue degli innocenti e il sangue della sua famiglia.

Furie prove sangue patto kratos sangue nemici alrik

La morte di Alrik, per mano di Kratos da poco armato con le Spade del Caos, suggella la prima parte del patto dello spartano.

Quando il Dio del Massacro salvò il suo discepolo dai barbari e gli consegnò le Spade del Caos, Kratos le utilizzò per decapitare Alrik, portando quindi a termine il primo tributo di sangue del suo patto. Negli anni di servitù che seguirono, Kratos e il suo esercito continuarono la loro incessante marcia di morte e distruzione per conto del Dio della Guerra. Durante questo periodo, molti furono gli innocenti che furono assassinati dallo spartano, facendogli compiere così anche la seconda prova del suo vincolo.

Per tenerti del tutto in pugno, Ares e le mie madri idearono tre prove di sangue: versare il sangue dei nemici, il sangue degli innocenti e il sangue della tua famig...

–Orkos

Furie prove sangue patto kratos sangue innocenti

Massacrando vite innocenti, seguendo lo spietato volere di Ares, Kratos compie anche la seconda prova del suo vincolo.

Quando infine il Pugno di Ares portò a termine il sacrificio ultimo, trucidando la propria famiglia in un inganno sortito dal folle Dio della Guerra, il vincolo tra lo spartano ed Ares era ormai completo e il sentiero verso il piano per la distruzione dell'Olimpo fu libero. Sfortunatamente per il Dio del Massacro, dopo la morte di Lysandra e Calliope, Kratos decise di rifuggire il vincolo che lo legava alla pazza divinità e per questo le Furie cominciarono a dargli la caccia per riuscire a riportarlo al servizio del Dio della Guerra.

Furie prove sangue patto kratos sangue famiglia

La mattanza di Lysandra e Calliope, compiuta con le sue stesse mani, suggella anche l'ultima e più crudele prova del patto di Kratos con Ares.

Il tradimento di Orkos[]

Poi sei arrivato tu, Kratos. L'ultima prova del tuo vincolo mi ha fatto dubitare delle azioni della mia famiglia.

–Orkos

Orkos dubbio furie patto kratos pietra giuramento

L'ingiusto patto di Kratos fa sorgere dubbi in Orkos sulle azioni delle Furie.

Sconcertato e confuso delle azioni della propria famiglia, Orkos decise di cercare risposte rivolgendosi ad Aletheia, l'Oracolo di Delfi. Fu proprio la divinatrice a rivelare al Custode dei Patti il complotto di Ares ai danni di Zeus, e del fatto che la sua stessa nascita non fosse stato altro che un primo tentativo per riuscire a portare la distruzione del regno degli Olimpici.

Inizialmente incredulo sulla tanta crudeltà e follia dei suoi stessi genitori, Orkos si dimostrò scettico delle rivelazioni dell'oracolo; anche se ben presto realizzò che sue le parole corrispondevano alla realtà. La rivelazione sulla volontà di Ares di rovesciare Zeus per regnare egli stesso sull'Olimpo, unì Orkos e Aletheia, che ben presto divennero amanti.

Aletheia orkos attaccati furie

Dopo aver scoperto il tentativo di Orkos e Aletheia di avvisare Zeus e gli altri Olimpici dei suoi piani, Ares manda Tisifone e le altre Furie a fermare i due amanti.

Io e Aletheia volevamo avvisare Zeus, ma quando Ares lo scoprì ci fece inseguire dalle mie madri. Loro hanno... strappato gli occhi alla mia amata. Il suo tempio è diventato una prigione.

–Orkos

Decisi ad avvertire Zeus e il resto degli Olimpici del rischio rappresentato da Ares e delle sue macchinazioni, i due si diressero verso l'Olimpo. Sfortunatamente per Orkos e la sua amante, il Dio della Guerra scoprì ben presto il loro piano. Timoroso che le loro parole avrebbero potuto condannarlo e distruggere le sue trame di conquista, il Dio delle Guerra mandò le Furie a caccia dei due. Le tre, dopo aver rapito Orkos e averlo riportato al Centimane, immobilizzarono Aletheia e senza alcuna pietà strapparono gli Occhi della Verità all'indifesa divinatrice, relegandola poi all'interno del tempio di Delfi.

Orkos rapito furie

Le Furie rapiscono Orkos per ricondurlo, prigioniero, al Centimane.

Per evitare che qualcun altro potesse scoprire il loro complotto, Ares ordinò alle Furie di nascondere gli Occhi della Verità. Le sorelle decisero di affidare il compito ai loro nuovi alleati, i fratelli siamesi Castore e Polluce, in cambio i due sarebbero divenuti i carcerieri di Aletheia e signori incontrastati del tempio delfico.

Ares e le mie madri sapevano che nascondendo gli Occhi della Verità, nessuno avrebbe potuto scoprire il complotto. E molto presto, avrebbero... regnato sugli Dei stessi.

–Orkos

Furie strappano occhi verità aletheia

Tisifone e le sue sorelle strappano gli Occhi della Verità all'Oracolo Aletheia, assicurandosi così che nessun altro possa scoprire il complotto ordito da loro e da Ares

I Dioscuri decisero quindi di nascondere gli occhi all'interno della grande lanterna, nella statua di Apollo a Delo. Ciò causò uno scontro con il siceliota Archimede e portò alla distruzione della statua stessa. Preso dallo sconforto, l'architetto si rimise subito al lavoro per ricostruire il suo sontuoso tributo ad Apollo, e per Tisifone e le sue sorelle fu proprio questa l'occasione ideale per instillare nel poveruomo la loro venefica follia, portando Archimede a creare una insidiosa trappola per rendere ancora più difficile il riuscire a raggiungere gli occhi: la Sfida di Archimede.

Per molto tempo le Furie torturarono lo sventurato Custode, per punirlo del suo tradimento nei loro confronti e per il suo tentativo di rivelare al Padre dell'Olimpo i loro piani. Ma grazie alla sua abilità di poter creare dei cloni d'ombra di se stesso, ben presto Orkos riuscì a sfuggire dalla prigionia impostagli da Tisifone e le altre Furie.

Mi sento precipitare nella loro follia... Ares ha chiesto consiglio ad Aletto. Non hanno pietà del loro stesso figlio... i lamenti di Orkos echeggiano nella mia stanza.

–Un appunto dello Scriba del Centimane

La caccia a Kratos[]

Furie illusione kratos lysandra cirra

Nel tentativo di stanare e condurre da loro il Fantasma di Sparta, Tisifone crea un'illusione della moglie di Kratos, Lysandra, e della loro casa a Sparta.

Lasciato perdere il figlio, Tisifone e le sue sorelle decisero di concentrarsi sull'unica cosa che davvero era importante per il loro folle piano di conquista: riportare Kratos al servizio del Ares.

La collera delle sorelle non conosce pietà. Cercano un guerriero dalla pelle bianca. Il Pugno di Ares dev'essere riconsegnato al suo proprietario. Il patto va rispettato.

–Un appunto dello Scriba del Centimane

Fu così che le tre partirono alla volta dell'ormai deserto villaggio di Cirra, luogo dove il Fantasma di Sparta aveva trovato rifugio dopo l'assassinio della propria famiglia. Le sorelle tentarono di stanare e condurre da loro lo spartano, attraverso le subdole illusioni di Tisifone, ma il guerriero venne salvato da Orkos (che gli consegnò degli oggetti in grado di allontanare dalla sua mente gli inganni delle Furie) che poi riuscì ad attirare lontano le tre, permettendo così a Kratos d'intraprendere il viaggio verso Delfi in relativa sicurezza (anche se ormai l'esercito delle Furie infestava l'intero villaggio).

Tisifone e le sue sorelle ben presto, però, riuscirono a rintracciare il Pugno di Ares e raggiungerlo quando oramai questi era arrivato a Delo e alla grande statua costruita da Archimede. Dapprima, solo Aletto attaccò lo spartano (sotto le sembianze di un enorme mostro marino), ma quando il Fantasma di Sparta s'inoltrò sempre più nei meandri della statua e facendosi sempre più vicino alla grande Lanterna di Archimede, la Regina delle Furie ordinò a Tisifone e Megera di scendere in campo e fermare il guerriero marchiato.

Illusioni tisifone guanto apollo sparta kratos delo GoW Ascension

Tramite le sue subdole illusioni, Tisifone trasforma il guanto della statua in una delle tante vie di Sparta.

Vogliamo solo riportarti a casa.

–Tisifone

Fu proprio la Furia della Mente la prima ad attaccare, non appena Kratos raggiunse il guanto di Apollo. Tramite i suoi tremendi poteri illusori e di manipolazione della realtà, Tisifone alterò completamente la porzione della grandiosa scultura di Archimede, ricreando dapprima una delle tante vie di Sparta e poi un oplita dell'esercito laconico, che incitava Kratos a riprendere il suo posto all'interno dei ranghi militari della potente polis greca.

Tisifone appare illusione sparta guanto statua apollo GoW Ascension

Vista la resistenza di Kratos all'illusione di Sparta, da lei creata; Tisifone appare davanti al Guerriero Marchiato, rimarcando come l'unico "genuino" interesse delle Furie sia quello di riportarlo a casa.

Quando però il Fantasma di Sparta si dimostrò resistente all'illusorio inganno, Tisifone comparve di fronte allo spartano, ridendo dei suoi futili sforzi nel resistere il volere delle tre sorelle. E dopo aver dichiarato che l'unico, "genuino" interesse delle Furie era quello di riportare a casa Kratos, fece sì di materializzare e ricreare intorno al guerriero l'illusione della dimora che a Sparta aveva condiviso con sua moglie e sua figlia. Ma nuovamente Kratos si rifiutò di piegarsi alla subdola persuasione della Furia della Mente, riuscendo a riemergere dalla falsa abitazione creata da Tisifone e facendo ritorno nell'illusoria via di Sparta. Capendo che il guerriero non si sarebbe piegato davanti agli inganni della sorella, Megera, Furia della Carne, decise di prendere in mano la situazione.

Sorella, mostragli ciò che Sparta riserva ai traditori.

–Megera

Subito, Megera ordinò alla sorella di generare un'intera falange spartana e di scagliarla contro il Guerriero Marchiato, così da rammentargli "ciò che Sparta riserva ai propri traditori". Quando però persino la forza degli illusori opliti, creati da Tisifone, si dimostrò inutile contro la potenza di Kratos, Megera scese in campo per affrontare il guerriero in prima persona. Quando però persino la stessa Furia della Carne si rivelò incapace di affrontare la furia delle Spade del Caos dello spartano (perdendo anche il braccio destro nello scontro), Tisifone scese nuovamente in campo in soccorso alla sorella.

Tisifone scatena demone contro kratos illusione sparta guanto apollo GoW Ascension

Dopo il ferimento di Megera, Tisifone scatena il proprio Demone contro il Fantasma di Sparta.

Dopo aver momentaneamente dissipato l'illusoria via di Sparta, la Furia della Mente scagliò il suo Demone contro il guerriero marchiato. Dopo aver afferrato il braccio sinistro dello spartano con le sue fauci, la creatura si sollevò in aria e, dopo un breve volo circolare, fece schiantare il guerriero contro la parte superiore di un'illusorio edificio spartano creato all'ultimo momento da Tisifone. Dopo essersi ripreso dal forte impatto contro parete di pietra, Kratos cominciò ad attaccare l'innaturale bestia alata, colpendolo con alcuni feroci fendenti delle Spade del Caos e facendolo sbattere a sua volta contro la parete a sue spalle. Quando il mostro risultò abbastanza indebolito dagli attacchi, lo spartano lo colpì con entrambe le lame, frastornandolo momentaneamente. Inebetita la creatura, il guerriero marchiato ebbe l'opportunità di spiccare un poderoso salto ed afferrare con una mano il collo del mostruoso costrutto, mentre usò l'altra per spingere una delle Spade del Caos nel collo della creatura. Il peso dello spartano e la ferocia dell'attacco subito fecero in modo che la bestia di Tisifone si schiantò poderosamente al suolo, costringendo così la Furia della Mente ad affrontare direttamente il guerriero marchiato.

Vieni tesoro. Se la sua unica moneta è il dolore è con il dolore che lo ripagheremo.

–Tisifone, rivolta al suo Demone

Demone torna da Tisifone scesa in battaglia contro kratos GoW Ascension

Dopo esser stato respinto da Kratos, il Demone torna da Tisifone per poi scendere in battaglia assieme alla propria padrona.

E così, utilizzando i suoi terribili attacchi d'energia e la furia del suo Demone, Tisifone cominciò a scontrarsi con Kratos, mentre attorno a loro, il miraggio della falsa Sparta, generata dai terribili poteri della Furia, continuava a materializzarsi e a smaterializzarsi, entrando ed uscendo dall'esistenza. Quando, però, anche Tisifone finì per essere sopraffatta dalla forza del guerriero marchiato, questi tentò di sferrarle il colpo di grazia, mentre l'avversaria si trovava stordita al suolo. Dopo averla afferrata per il copricapo, lo spartano estrasse una delle sue lame, pronto a calarla sul collo della Furia della Mente, e porre fine alla sua minaccia, ma sfortunatamente venne fermato all'ultimo momento da una ripresa Megera, che cominciò così a combatterlo insieme alla sorella.

Vieni sorella, insieme sconfiggeremo questo bastardo!

–Tisifone

Megera tisifone demone scontro kratos GoW Ascension alternativa

Megera e Tisifone uniscono le proprie forze per affrontare il Pugno di Ares.

Ben presto, però, perfino l'attacco combinato delle due Furie si dimostrò inefficace di fronte alla forza e alla determinazione del Fantasma di Sparta. Così, stordite nuovamente le sorelle, Kratos colse l'occasione e si scagliò contro Tisifone, afferrandogli la testa e colpendola al volto con una violenta ginocchiata. Ripresasi dal colpo, la Furia della Mente evocò nuovamente il suo Demone che, con una sferzata delle sue spettrali ali, respinse lo spartano, facendolo indietreggiare fino al limite del guanto della statua. Intervenne allora Megera che, usando come trampolino l'evanescente creatura alata, cercò di colpire Kratos con le sue appendici, simili a zampe di scorpione. Sfortunatamente per lei, il guerriero marchiato riuscì a schivare l'affondo e a conficcargli nel ventre entrambe le sue Spade del Caos. Quindi, usando la Furia come un vero e proprio peso, il Fantasma di Sparta ruotò su se stesso, trasportando nel suo slancio Megera, che finì così per collidere con la sorella Tisifone, che cadde nuovamente a terra.

Liberatosi della Furia della Carne (dopo averla lanciata in pieno mare, oltre il limitare del guanto della statua di Archimede), lo spartano spostò le proprie attenzioni sulla Furia della Mente. Afferrata per il collo, Kratos lanciò Tisifone contro il cordone di metallo lavorato che ornava il dorso la mano della scultura, con tale violenza da deformare la ferrea decorazione nel luogo in cui la Furia era andata ad impattare. Ripresasi dal colpo, Tisifone evocò nuovamente il proprio demone, pronta a scagliarlo contro lo spartano; ma appena la Furia della Mente si levò in aria il guerriero marchiato scagliò entrambe le sue lame in aria, conficcandole nelle carni della gamba sinistra di Tisifone. Poi, con un forte strattone verso il basso delle catene legate alle spade, Kratos fece piombare nuovamente verso il basso la Furia della Mente, facendo si che questa andasse ad impattare nuovamente sul cordone di metallo deformandone ancora di più la struttura.

Kratos scaglia tisifone contro decorazione metallo guanto apollo GoW Ascension

Incapace di difendersi dall'assalto dello spartano, Tisifone viene afferrata e scagliata più volte contro la decorazione di metallo della statua di Archimede.

Intontita dal nuovo, forte impatto, Tisifone venne ben presto raggiunta dal guerriero che, dopo avergli afferrato il viso, la sollevò verso l'alto per poi farla sbattere nuovamente contro la decorazione metallica della statua, aumentando ancor di più la deformazione creata in precedenza. Sempre più stordita dalle percosse dello spartano, la Furia della Mente ebbe un breve attimo di respiro finchè Kratos, con un poderoso colpo del proprio piede, non le pestò la testa con tale violenza da farla sprofondare nel cordone di ferro, portando al limite la deformazione della struttura metallica che si spezzò definitivamente sotto i terribili colpi.

Tisifone morte apparente illusione delo guanto apollo GoW ascension

L'apparente morte di Tisifone, infilzata ad uno degli spuntoni metallici del guanto della statua di Delo.

Distesa ed inerme, tutto ciò che Tisifone riuscì a fare, come risposta alla violenza dello spartano, fu ridere della vuota ed inutile brutalità di Kratos. Questo finchè il guerriero marchiato, afferrandola per una gamba, non la estrasse dalle macerie e, dopo averla sollevata, non la impalò su una delle numerose punte metalliche che sporgevano e decoravano il dorso del guanto della statua. Agonizzante e con il ventre aperto dal quale sgorgavano, senza sosta, fiotti di sangue, la Furia della Mente esalò in fretta il suo ultimo respiro. Quando poi Aletto riuscì ad immobilizzare Kratos, nel tentativo di persuaderlo a parole a tornare al servizio di Ares, Tisifone fece di nuovo la sua comparsa alle spalle della sorella, rivelando così che quella che lo spartano aveva combattuto e in seguito ucciso non era altro che l'ennesima sofisticata illusione generata dalla Furia della Mente.

Tisifone appare dietro aletto rivelazione illusione GoW Ascension

Tisifone appare dietro alla sorella, Aletto, rivelando così che quella che lo spartano aveva eliminato non era altri che l'ennesima sofisticata illusione.

Quando anche Megera si riunì alle sorelle, dopo essere riemersa dal mare e ripresasi dagli attacchi dello spartano, le Furie erano sul punto di prelevare un incapacitato Kratos e portarlo tra le mura del Centimane, dove speravano di piegarlo e sottometterlo in modo da farlo tornare sotto il volere del Dio del Massacro. Sfortunatamente per le sorelle, in soccorso del guerriero, giunse ben presto Orkos che, dopo aver ammonito le sue madri del loro inevitabile fallimento, teletrasportò lui e Kratos lontano, all'interno della statua; lasciando dietro di se solo uno dei suoi cloni d'ombra. Ricolma di rabbia per l'ennesimo tradimento subito dal suo stesso figlio; Aletto ordinò così a Tisifone e Megera di separarsi e setacciare tutto l'arcipelago, nel tentativo di trovare e catturare i due.

Aletto ordina tisifone megera trovare orkos kratos delo GoW ascension

Aletto ordina a Megera e Tisifone di trovare Orkos e Kratos, e di impedirgli di raggiungere la Lanterna.

Dopo aver donato la propria pietra del giuramento allo spartano, l'ex-Custode dei Patti tentò di sviare l'attenzione di Tisifone e delle sue altre madri, e di condurle così lontano da Delo, in modo da permettere al guerriero marchiato di poter raggiungere la Lanterna (e quindi gli Occhi della Verità). Sfortunatamente per lui, ben presto le Furie si accorsero dell'inganno, riuscendo a sopraffarlo, impedendogli quindi di poter tornare ancora in aiuto di Kratos. Reso inerme Orkos, Tisifone e le sue sorelle si diressero verso la Lanterna, ormai sicure di poter catturare una volta per tutte il Fantasma di Sparta.

Arrivate nel faro, le sorelle si accorsero che lo spartano era riuscito a sopravvivere alle Prove di Archimede ed a sbloccare i complessi meccanismi della Lanterna; ed aprendo così la gabbia che impediva di raggiungere gli Occhi della Verità. Però, prima il Pugno di Ares potesse reclamare il suo premio, Tisifone e le altre Furie lo batterono sul tempo e prendendo possesso della potente reliquia, portando con loro anche un inerme Orkos.

Mi spiace, Spartano. Saputo che le mie madri erano vicine ho cercato di...NNGHH!

–Orkos

Orkos catturato furie megera tisifone

Tisifone e Megera buttano a terra un inerme Orkos, promettendo di avere in serbo dei "progetti speciali" per l'ex-Custode dei Patti.

L'ex-Custode dei Patti, ormai impotente, tentò di scusarsi con Kratos per la propria cattura; ma prima che potesse finire di parlare Megera gli sferrò un violento calcio sulla schiena, che lo fece rovinare sul pavimento della Lanterna. Intervenne quindi Tisifone che, afferrandolo per i capelli, sollevò la testa di Orkos quel tanto che bastava per rivelargli che, stanche dei suoi continui tradimenti, le sorelle avevano già ideato il nuovo, nefando destino a cui sottoporlo. Dopodiché, la spietata Furia della Mente fece schiantare la testa del figlio contro il freddo marmo del pavimento, facendo così perdere i sensi allo sventurato Custode.

Abbiamo dei progetti speciali per te, figliolo.

–Tisifone

Tisifone evoca demone rubare pietra giuramento orkos a kratos GoW Ascension

Tisifone scatena il suo Demone contro lo spartano, riuscendo a sottrargli la Pietra del Giuramento di Orkos e permettendo così ad Aletto di imprigionarlo con il suo inchiostro.

Sistemato Orkos, le sorelle poterono così rivolgere la loro intera attenzione nei confronti del Fantasma di Sparta. La prima ad agire fu Aletto che, dopo essersi impossessata degli Occhi della Verità, cominciò a provocare lo spartano, deridendolo per il fatto che, nonostante i suoi continui sforzi, egli non riusciva mai a raggiungere i propri obiettivi. Mosso all'azione dall'ira, Kratos cominciò a correre in direzione della Furia dell'Anima, salvo però essere subito incapacitato dall'alieno inchiostro nero della stessa Aletto. Liberatosi dalla trappola della Furia, grazie all'uso della Pietra del Giuramento di Orkos, lo spartano riprese la sua feroce carica; a questo punto, però, intervenne Tisifone che, dopo aver evocato il suo etereo Demone, lanciò la creatura contro il guerriero marchiato. Sfrecciando nell'aria, la bestia piombò velocemente sullo spartano, strappandogli così di mano il prezioso artefatto di Orkos. Distratto e reso nuovamente vulnerabile dall'azione dell'etereo Demone, Kratos fu nuovamente bloccato dall'inchiostro alieno delle Furie, senza più alcuna possibilità di potersi liberare dalla viscosa trappola. Catturato il Fantasma di Sparta e messo nuovamente le mani sugli Occhi della Verità, le tre sorelle presero il volo e portarono i loro nuovi prigionieri tra le mura del Centimane.

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Catturati il Fantasma di Sparta e Orkos, e messe le mani sugli Occhi della Verità, Aletto e le sue sorelle lasciano Delo per far ritorno alla Prigione dei Dannati.

Kratos si ritrovò sconfitto e, questa volta, nessun Olimpico l'avrebbe aiutato.

Soddisfatte, le sorelle tornarono a casa con la loro preda. Dentro le mura della loro prigione avrebbero scavato nell'anima ferita del guerriero, relegando nuovamente Kratos al ruolo di servo di Ares.

–Gaia

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Per due settimane, le sorelle torturano Kratos, nella speranza di spezzarne lo spirito e ricondurlo sotto il controllo di Ares.

E fu così che, per due settimane, Kratos soffrì, per mano di Tisifone e delle altre Furie, terribili torture fisiche e mentali che lo spinsero sull'orlo della follia; oramai incapace di discernere con rigore i propri ricordi dalla realtà che lo circondava. Una sofferenza che le sorelle speravano fosse sufficiente per spezzare per sempre lo spirito dello spartano, così da trasformarlo, una volta per tutte, nel più mansueto, fedele e manipolabile servo di Ares, il Dio della Guerra.

Sconfitta e morte[]

La fine del regno di Tisifone, e dei piani di conquista che condivideva con Ares e le sue sorelle, ebbe ironicamente inizio con le azioni di sua sorella Megera. Ancora ricolma di ira e rancore per la sconfitta e l'amputazione subite a Delo, la Furia della Carne fece molte volte visita alla cella dello spartano (collocata all'interno della bocca di Briareo) sfogando sull'inerme guerriero tutto il proprio rancore. Fu appunto durante una di queste visite che Megera, in un impeto di rabbia, fece il fatale errore di colpire il Fantasma di Sparta talmente forte da liberarlo dalla morsa e da alcune delle catene che lo immobilizzavano. Sfruttando questo piccolo spiraglio di libertà, ed evitando i continui attacchi della Furia della Carne, Kratos riuscì ad intrappolare nelle sue catene due delle zampe di Megera; sfruttando poi la forza e il divincolarsi della Furia per liberare una delle Spade del Caos.

Avendo ora i mezzi per difendersi dagli incessanti attacchi di Megera, Kratos cominciò a rispondere all'assalto, fino a quando, grazie ad un poderoso attacco pesante, riuscì a stordire la Furia abbastanza a lungo per permettergli di liberare anche la seconda delle sue armi. Sfruttando lo slancio ottenuto dalla liberazione della seconda Spada, il Fantasma di Sparta sferrò un attacco al ventre di Megera, ferendola gravemente. Indebolita dall'improvviso attacco, la Furia della Carne fu colta alla sprovvista e questo permise allo spartano di afferrarla, e lanciandosi oltre la sua cella, di precipitare assieme verso i piani inferiori della cittadella.

Tra i due scoppiò subito un feroce inseguimento per i corridoi e vicoli della Prigione dei Dannati, durante il quale Megera non si fece scrupoli e inviò orde dei propri parassiti o di satiri demoniaci (sventurati prigionieri tramutati in abomini dagli stessi mostruosi insetti generati dalla Furia) contro il guerriero marchiato, arrivando anche a corrompere alcune delle numerose mani del Centimane pur di riuscire ad eliminare lo spartano. Sfortunatamente per Megera, Kratos si dimostrò ancora tremendamente letale e combattivo (nonostante le settimane passate sotto i colpi di frusta delle sorelle), riuscendo quindi a superare e sconfiggere qualsiasi ostacolo o nemico che la Furia della Carne gli scatenava contro.

Tisifone illusione bordello confondere kratos GoW Ascension

Nel tentativo di confondere lo spartano, Tisifone crea l'illusione di un bordello.

Nel tentativo di porre fine allo scontro, evitando che potesse degenerare oltre, Tisifone e Aletto scesero in campo in aiuto della sorella. Le due cercarono di fare leva sul desiderio dello spartano, proiettando l'illusione di bordello popolato da sensuali donne. Fu Tisifone qui a prendere per prima l'iniziativa, avvicinando il guerriero marchiato sotto le sembianze di un'attraente cortigiana, nel tentativo di adescarlo e neutralizzarlo velocemente e di ricondurlo, in catene, alla sua cella. Il piano delle Furia della Mente andò presto in frantumi quando Kratos notò l'anello che la donna portava alla mano; gioiello che il guerriero aveva regalato in passato alla propria moglie, Lysandra, ed uno degli ultimi oggetti che ricordavano e legavano lo spartano alla propria famiglia. Pervaso dalla rabbia, il guerriero marchiato afferrò Tisifone e la sbattè al suolo, azione che ruppe la concentrazione della Furia, facendo così svanire sia l'illusione del bordello e delle attraenti etere.

Kratos dissipa illusione bordello tisifone anello lysandra GoW Ascension

Riconosciuto l'anello che apparteneva a Lysandra, Kratos attacca Tisifone, dissipando così l'illusione del bordello e delle attraenti etere.

Deciso a mettere fuori gioco il prima possibile la subdola Tisifone, Kratos ne afferrò con forza il capo e fece per sbatterlo contro il freddo marmo del pavimento; ma al momento dello schianto, la Furia che fino a pochi attimi prima era prigioniera della presa dello spartano si smaterializzò e svanì davanti agli occhi del guerriero, rivelando di essere l'ennesima, reale illusione creata dalla Furia della Mente. La stessa Tisifone si materializzò poi poco distante dal guerriero marchiato, pronta ad attacccarlo, ma l'intervento di Megera, desiderosa di occuparsi da sola di porre fine alla vita di Kratos, fece desistere e scacciò la sorella. Decisione che ben presto si rivelò fatale per la Furia della Carne, nonostante la sua decisione di corrompere (attraverso i suoi terribili parassiti) e di scatenare contro Kratos la stessa testa del centimane Briareo.

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Nel tentativo di fare leva sulla sete di gloria di Kratos, Tisifone assume le sembianze del Re di Sparta, offrendo allo spartano la spada cerimoniale, donata esclusivamente ai più grandi generali della città della Laconia.

Nonostante la morte della sorella, Tisifone e Aletto decisero comunque di mantenersi al piano ordito assieme ad Ares e di tentare fino all'ultimo di riuscire a riportare lo spartano sotto il controllo del pazzo Dio della Guerra. Fu così che la Furia della Mente cominciò a tessere una nuova illusione per ingannare il guerriero marchiato. Mentre Kratos era intento a ricomporre (tramite l'ausilio dell'Amuleto di Uroboro) la Prigione dei Dannati, distrutta durante lo scontro con Megera, lo spazio intorno a lui cambiò improvvisamente, trasformandosi secondo il distorto volere di Tisifone. Lo spartano si ritrovò così all'ingresso di uno degli ampi saloni del palazzo imperiale di Sparta, accolto da un picchetto di opliti spartani, che subito si misero sull'attenti per salutare il passaggio del loro giovane capitano. Avanzando lungo la sontuosa sala, Kratos raggiunse ben presto un balcone rialzato, che si affacciava sulla grande città della Laconia, e qui fu accolto dal Re di Sparta in persona.

Il sovrano cominciò ad elogiare le doti, la risolutezza e la forza del guerriero marchiato, pronto ad elevarlo al grado di generale e a farlo entrare tra i più grandi militari che la polis della Laconia ha mai dato i natali. Ma quando il Re porse allo spartano la spada cerimoniale che ne avrebbe sancito l'ascesa e promozione, Kratos notò che una delle mani del sovrano era adornata con l'anello di Lysandra. Realizzato che ciò che lo circondava non era vero, ma solo un'altra delle macchinazioni di Tisifone, la rabbia montò nel guerriero. Afferrò quindi il polso del falso re, facendogli così perdere la presa sulla falsa spada cerimoniale, per poi sferrargli un poderoso calcio in pieno petto. La violenza del colpo fu tale da costringere la Furia della Mente (che si celava sotto le spoglie del sovrano spartano) a disperdere l'illusione del sontuoso salone, oltre a farla precipitare dalle rovine della Prigione dei Dannati.

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Riconosciuto l'anello di sua moglie, sulla mano del falso Re di Sparta, Kratos realizza di trovarsi nuovamente all'interno di una delle illusioni di Tisifone. Accingendosi poi a colpire con un calcio la stessa Furia della Mente.

Dunque esiste qualcosa a cui tieni più dell'ambizione.

–Tisifone

Tisifone però si riprese velocemente dall'attacco, e librandosi in aria tornò dallo spartano, constatando il fatto che esisteva qualcosa di effettivamente prezioso per il guerriero, rispetto alla mera ambizione che per molto tempo ne aveva guidato la vita. Deriso Kratos, la Furia della Mente si diresse poi alla Sala di Aletto per conferire con la sorella e decidere le prossime azioni da intraprendere nei confronti del Pugno di Ares.

Se ne il piacere della carne, ne la gloria, ti convincono a tornare da noi, c'è un'unica strada rimasta.

–Tisifone

Tisifone scatena demone contro kratos davanti porte sala aletto GoW Ascension

Tisifone scatena nuovamente il suo Demone contro Kratos, dopo aver appurato che l'unica strada rimasta per riportare il guerriero sotto il controllo di Ares è l'utilizzo della mera forza.

Tisifone tornò ad affrontare Kratos quando questi raggiunse l'entrata della Sala di Aletto. Constatando che se ne la prospettiva dei piaceri della carne, ne l'ambizione e la gloria erano sufficienti per convincere lo spartano a tornare sotto il servizio e controllo del Dio della Guerra, l'unica strada rimasta alle sorelle era quella di usare la mera violenza per spezzare definitivamente lo spirito e la volontà del Fantasma di Sparta. E fu così che la Furia della Mente evocò il suo etereo Demone e lo sguinzagliò contro il guerriero marchiato. In un attimo, la creatura chiuse presto le distanze tra se e il suo bersaglio, piombando sullo spartano a fauci spalancate. Kratos, però, riuscì ad intercettare in tempo l'attacco della bestia, afferrandola per la base del cranio e costringendola così a chiudere l'enorme becco. Facendo poi perno sul proprio corpo, e chiudendo la presa sul collo del Demone, il guerriero fu in grado di lanciare dietro di se la creatura, facendola così impattare rovinosamente al suolo. Ripresasi, la bestia di Tisifone si lanciò nuovamente contro il Fantasma di Sparta, riuscendo questa volta a chiudere le proprie fauci attorno all'avanbraccio destro del guerriero. Con l'arto stretto nel becco mostruoso, il Demone si levò in aria, trascinando dietro di sè lo spartano, che dopo un paio di strattoni fu lanciato contro il muro di una delle costruzioni della Prigione dei Dannati.

Non concedendo alcun attimo di respiro Kratos, la creatura gli si lanciò nuovamente addosso, tornando ad affondare le proprie zanne nella carne del braccio destro dello spartano. Il guerriero si ritrovò così sospeso in aria, con un arto bloccato nella morsa del Demone che al tempo stesso tentava di schiacciarlo contro la parete di pietra alle sue spalle. Nonostante fosse preda del dolore, dovuto agli aguzzi denti eterei che continuavano a farsi strada nelle carni del suo avambraccio, ed incapace di liberarsi dalle ferrea morsa della bestia, il Fantasma di Sparta decise di rispondere in accordo, conficcando la mano libera nell'evanescente petto della creatura. Un fiume di accecante energia cominciò a sgorgare dallo squarcio, sempre più grande, nell'addome del mostro, mentre Kratos spingeva sempre più in profondità le proprie dita; finchè il suo palmo non toccò qualcosa di familiare: la Pietra del Giuramento di Orkos. Dopo aver chiuso le dita intorno al potente artefatto, lo spartano piantò entrambi i piedi contro l'addome della creatura e con violenza strappò la reliquia del Custode dei Patti dalle viscere dell'eterea bestia. Sopraffatto, il Demone emise un grido di dolore, lasciando la presa sul braccio destro del Fantasma di Sparta, che fu così in grado di spiccare un salto e allontanarsi dall'alata creatura. Una volta ripresosi, il Demone lanciò un grido d'odio contro il guerriero, prima di ritirarsi e tornare dalla propria padrona. Nonostante Kratos fosse riuscito a riprendere possesso della Pietra del Giuramento di Orkos, Tisifone sottolineò come tale azione non avrebbe cambiato affatto le sorti dello spartano, che infine sarebbe stato tradito dal suo stesso cuore e portato sotto il controllo delle sorelle e di Ares; dopodiché la Furia della Mente si levò in aria, ed insieme al suo Demone, superò la soglia della Sala di Aletto, scomparendo nell'oscurità.

Tisifone demone ritirata sala aletto GoW Ascension

Dopo che Kratos riuscì a strappare la Pietra di Orkos dall'interno del Demone di Tisifone, la Furia della Mente e la sua creatura si ritirano all'interno della Sala di Aletto.

Non importa che tu abbia il giocattolo di mio figlio, sarà il tuo cuore a tradirti.

–Tisifone

Quando anche Kratos varcò la porta della Sala della Regina delle Furie, l'ultima, crudele illusione delle sorelle lo investì, facendolo ritrovare così all'interno della sua casa, a Sparta. Incamminandosi all'interno di quella che per molti anni era stata la sua dimora, l'attenzione dello spartano venne catturata dal suo stesso riflesso, su di un grande specchio di bronzo decorato. Con stupore, il guerriero scoprì che la sua pelle era tornata alla normalità, e non più sbiancata dalle ceneri di sua moglie e sua figlia. Le stesse Calliope e Lysandra erano lì con lui, vive e vegete. E mentre il guerriero contemplava la serenità, sul volto addormentato di sua figlia, sua moglie lo raggiunse e lo invitò a seguirla nella loro camera da letto, per trascorrere la notte assieme.

Ben presto, però, il Fantasma di Sparta si accorse a malincuore che nulla di quello che lo circondava fosse reale, ma bensì l'ennesima, crudele, vivida illusione ordita da Aletto e Tisifone. La stessa Lysandra non era altri che Aletto sotto mentite spoglie. La Furia dell'Anima tentò un'ultima volta a convincere Kratos a tornare a servire il Dio della Guerra; promettendogli in cambio un'eternità immerso in una beata illusione di quella stessa vita che Ares gli aveva portato via. Ma quando il guerriero rifiutò nuovamente di piegarsi ai crudeli sotterfugi e giochi mentali, e quindi di tornare a sottomettersi al volere del pazzo Dio della Guerra, Aletto realizzò che lo spartano era ormai diventato inutilizzabile per il loro piano e che quindi andava eliminato. Per sua sfortuna, il Fantasma di Sparta riuscì ad evitare l'attacco mortale di Aletto e a riottenere il controllo sugli Occhi della Libertà; costringendo così la Regina delle Furie a ritirarsi al centro dell'enorme sala.

Tisifone raggiunge Aletto centro grande sala GoW Ascension

Discendendo dalle volte del soffitto, Tisifone raggiunge sua sorella Aletto al centro dell'enorme Sala, pronta ad affrontare direttamente il Fantasma di Sparta.

Un ninnolo non può sconfiggerci, sorella.

–Tisifone

Quando anche Kratos raggiunse la piattaforma, Tisifone e il suo demone discesero dalle volte superiori della gigantesca sala, in aiuto di Aletto. Quando lo spartano, incurante dei continui insulti e frecciate di Aletto, si avvicinò troppo alle sorelle, la Furia della Mente evocò una magica barriera d'inchiostro a protezione dal guerriero marchiato. Lo scudo delle sorelle, però, non resse a lungo contro il potere degli Occhi della Verità; la cui distruzione disorientò momentaneamente Tisifone e costringendo le due sorelle ad affrontare il Fantasma di Sparta faccia a faccia.

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Kratos usa gli Occhi della Verità per distruggere la gabbia di magico inchiostro evocata da Tisifone, che difendeva lei e sua sorella Aletto.

Avresti dovuto accettare la nostra offerta, Kratos. Ora pagherai per il tuo errore!

–Tisifone

Decise ad eliminare definitivamente l'uomo, le ultime due Furie arrivarono ad alterare la stessa sala: Tisifone, con i suoi illusori poteri di manipolazione della realtà, trasformò l'ampio ambiente in uno sconfinato e oscuro mare in tempesta (su cui navigavano delle navi greche ricolme di illusori soldati spartani), al cui centro si apriva un enorme vortice. Il cielo era spettrale ed immerso nel crepuscolo con nubi temporalesche che riversavano fulmini e trombe d'aria nella sconfinata massa d'acqua, e l'unica traccia di terra erano degli sporadici scogli aguzzi che spuntavano tra le rapide e letali onde nere.

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Kratos affronta Tisifone, il suo demone ed un plotone di illusori soldati spartani, a bordo di una delle tante navi che navigano nelle correnti del vortice marino.

Vediamo se i tuoi fratelli avranno pietà di te.

–Tisifone

Quando Kratos sfuggì dai colossali tentacoli di Aletto, atterrò su una delle numerose imbarcazioni che solcavano le forti e scure correnti, e proprio qui venne nuovamente raggiunto dalla Furia della Mente e dal suo Demone. In un primo momento, Tisifone non attaccò direttamente il guerriero, preferendo materializzare alcuni illusori soldati spartani o facendo precipitare dall'alto delle letali sfere di energia. Quando però il guerriero riuscì ad evadere i suoi attacchi ed a disfarsi dei falsi opliti, la Furia scese in campo, attaccando direttamente il Fantasma di Sparta, coadiuvata dalla sua letale creatura alata. Lo scontro non durò molto, poichè Aletto, ancora sotto le spoglie dell'enorme leviatano marino, che dapprima tentò di affondare la trireme sulla quale si trovava Kratos lanciandogli contro un'altra imbarcazione, quando però questo primo attaccò fallì Aletto decise di colpire direttamente la nave dello spartano, afferrandola è strappandola dalle nere correnti del vortice marino. A questo punto Tisifone decise di ritirarsi e mantenere le distanze, volteggiando intorno all'imbarcazione sospesa, per più spazio e libertà d'azione alla sorella, continuando però ad inveire contro il guerriero e promettendogli di vendicarsi per la morte di Megera. Quando la battaglia tra Aletto e Kratos si spostò sott'acqua, la Furia della Mente dovette però attendere inerme il momento opportuno per riuscire a tornare all'attacco dello spartano, situazione che si materializzò nell'istante in cui la sorella e il Fantasma di Sparta sbucarono dalle scure correnti marine ed impattarono sulle rovine che si trovavano al centro dell'enorme vortice marino.

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Lo scontro finale tra il Fantasma di Sparta e le ultime due Furie, Tisifone ed Aletto, al centro dell'enorme vortice marino.

La pagherai per aver ucciso Megera!

–Tisifone

Fu proprio su una di queste rovine, trasformata in arena dalle vicissitudini dello scontro, che Tisifone scese in battaglia, dando così man forte alla sorella, attaccando nuovamente il guerriero assieme al suo Demone. Tutto cambiò quando però lo spartano riuscì a stordire Aletto, ferendola poi successivamente alla tempia e all'occhio sinistri ed impalandone la guancia sinistra al rostro di un relitto poco distante. Quando lo spartano si lanciò verso la Regina delle Furie, con l'obiettivo di infliggere il colpo finale alla Furia dell'Anima, Tisifone intervenne in soccorso della sorella, sguinzagliando la sua creatura alata contro il Fantasma di Sparta. Sfrecciando nell'etere, il Demone intercettò Kratos a mezz'aria, ed afferrandolo per il braccio destro, lo strappò al suo intento di finire Aletto e lo trasportò in alto, verso la Furia delle Mente; che vedendo l'arrivo del proprio famiglio, e della sua preda, si preparò a sferrare contro il Fantasma di Sparta un altro dei suoi letali attacchi energetici. Sfortunatamente per lei, all'ultimo istante lo spartano riuscì ad estrarre gli Occhi della Verità e liberare il loro potere contro Tisifone e la sua creatura. L'energia sprigionata dalla sacra reliquia delfica fu sufficiente a scacciare il Demone ed a stordire la Furia della Mente, permettendo così al Guerriero Marchiato di poter riprendere la propria caduta verso Aletto e sferrare l'attacco finale alla Regina delle Furie.

Kratos distrugge demone tisifone occhi della verità GoW Ascension

Usando gli Occhi della Verità, Kratos distrugge il Demone alato di Tisifone una volta per tutte.

Ti stai condannando con le tue mani.

–Tisifone

Gravemente ferita ed indebolita dai continui attacchi dello spartano, la Furia dell'Anima cadde sulla piattaforma che sorgeva tra le varie rovine del vortice marino, disperdendo l'inchiostro sovrannaturale grazie al quale si era trasformata e riassumendo così le sue vere sembianze. In soccorso della sorella, ormai inerme davanti all'implacabile furia del Guerriero Marchiato, giunse Tisifone che, ripresasi dall'attacco subito, atterrò davanti ad Aletto, frapponendosi così tra lei e lo spartano. La Furia della Mente evocò nuovamente il suo mostruoso Demone, sguinzagliandolo poi contro Kratos; il guerriero però estrasse gli Occhi della Verità, riversandone la potente energia contro l'eterea creatura e la sua padrona. Stordito, il mostro fu facile preda del Fantasma di Sparta, che dopo averlo afferrato per un'ala e dopo averlo nuovamente colpito con l'arcana reliquia delfica, lo sbattè al suolo; a questo punto lo spartano riversò sul costrutto alato tutta la potenza degli Occhi della Verità, distruggendolo così definitivamente. La morte del proprio famiglio causò un contraccolpo devastante per Tisifone che, indebolita e stordita oltre modo, non fu più in grado di mantenere l'illusione dell'enorme vortice marino, permettendo così alla Sala di Aletto di riassumere le sue vere sembianze.

Ridotta così anche lei all'impotenza, la Furia della Mente divenne a sua volta facile preda dell'ira di Kratos, che presto iniziò a percuoterla selvaggiamente con calci e pugni. Incapace di difendersi dal furioso assalto del guerriero, Tisifone tentò un ultimo disperato inganno psicologico: ad ogni colpo subito, la Furia mutava il proprio aspetto, assumendo ogni volta le sembianze di una persona chiave nella vita del Fantasma di Sparta; tutto nella vana speranza che ciò sarebbe bastato ad ingannare i sensi del guerriero, piegare il suo spirito e porre fine al bruttale attacco.

Tisifone tentivo finale confondere kratos re di sparta GoW Asension

Ormai allo stremo delle forze, Tisifone tenta un ultimo trucco mentale per spezzare lo spirito di Kratos, assumendo da principio le sembianze del Re di Sparta.

Non sei degno di essere chiamato "spartano"!

–l'insulto di Tisifone, celata sotto le fattezze del Sovrano di Sparta.

Fu così che Tisifone assunse prima le fattezza del Re di Sparta, che urlava contro lo spartano, accusandolo di aver perso il diritto e l'onore di potersi definire come un vero figlio di Sparta. Al colpo successivo la Furia della Mente mutò poi in un giovane Kratos, già capitano dell'esercito laconico, ma prima del suo folle patto con il Dio della Guerra e della maledizione che avrebbe poi fuso permanentemente le ceneri della sua famiglia alla sua pelle. Iracondo verso il se stesso del futuro, questo "Kratos" si scagliò contro il Fantasma di Sparta, incolpandolo di avergli strappato e portato via tutto ciò che aveva di più caro; per tutta risposta, lo spartano sferrò un violento calcio nei confronti del suo "doppio". La potenza del colpo non solo fu tale da scaraventare la Furia all'indietro, ma anche di rompere la concentrazione di Tisifone che riassunse, momentaneamente le sue vere sembianze.

Tisifone tentivo finale confondere kratos giovane kratos GoW Asension

Successivamente, Tisifone prova nuovamente a confondere il Fantasma di Sparta, assumendo questa volta le fattezze di un giovane Kratos.

A causa tua ho perso tutto!

–Il nuovo insulto di Tisifone, questa volta celata sotto le sembianze di un giovane Kratos.

Quando però lo spartano le si avvicinò e l'afferrò per la gola, la Furia decise di mettere in atto un ultimo, spietato trucco mentale; nell'estremo tentativo di fermare la furia omicida del Fantasma di Sparta. Fu così che quando Kratos afferrò Tisifone per il collo, sollevandola in alto, si ritrovò invece a stringere le mani intorno al collo di sua moglie, Lysandra. Scioccato dalla visione di sua moglie, e momentaneamente distratto dalla sua sete di vendetta, il Fantasma di Sparta distolse lo sguardo da Tisifone, sopraffatto da confusi ricordi e dal senso di colpa per l'empio gesto compiuto contro la sua stessa famiglia; allentando così la presa sul collo della falsa Lysandra. Vedendo il dubbio avere la meglio sullo spartano, la Furia della Mente tentò di volgere la situazione a proprio vantaggio, alimentando l'indecisione del guerriero accarezzandogli il volto. Ma quel breve contatto fisico distolse Kratos dalla confusione e dalla vergogna che ne invadevano la mente, e servì come doloroso promemoria della realtà e del crudele destino della sua famiglia.

Morte tisifone kratos GoW Ascension

Tisifone, la Furia della Mente, trova la morte per mano di Kratos, dopo le sue ultime spietate parole di scherno nei confronti dello spartano.

Non erano li per caso, Kratos.

–Le ultime crudeli parole di scherno di Tisifone

Ritrovata nuovamente la lucidità e alimentato da nuova ondata d'ira, il Fantasma di Sparta chiuse nuovamente le mani intorno al collo della Furia, cominciando a stringere sempre più forte. Conscia ormai della propria fine, e dopo un ultimo, sprezzante sorriso di derisione, Tisifone decise di volgere un insulto finale nei confronti dello spartano, assumendo le sembianze della vecchia Oracolo del Villaggio; la stessa anziana divinatrice responsabile della maledizione che legava permanentemente la pelle di Kratos alle ceneri della sua famiglia (trasformandolo così nel Fantasma di Sparta). E sotto queste sembianze, la Furia della Mente ricordò allo spartano che Lysandra e Calliope non si trovavano nel Tempio del Villaggio per puro caso, ma per volere delle Furie e soprattutto per volere di Ares, Dio della Guerra, così da far compiere a Kratos il sacrificio ultimo del suo patto e poterlo trasformare così nel guerriero perfetto tanto agognato dal folle Dio del Massacro. E dopo quest'ultima, crudele ingiuria, il Fantasma di Sparta strinse definitivamente le proprie mani intorno al collo di Tisifone, spezzandolo, e ponendo così fine alla vita della Furia della Mente. Dopodichè, lo spartano ne gettò poi via il cadavere, in malo modo, spostando le sue attenzioni sull'ultima Furia rimasta: Aletto.

Orkos rivela kratos guardiano patto

A malincuore, Orkos rivela allo spartano di essere di nuovo il guardiano del suo ingiusto patto.

Post-mortem[]

Prima che le uccidessi, le mie madri mi hanno fatto di nuovo guardiano del tuo patto. Per essere libero, devi uccidermi con le tue mani.

–Orkos

Orkos morte kratos

Dopo essere stato pugnalato al petto da Kratos, Orkos esala il suo ultimo respiro, finalmente libero dal fardello di Custode dei Patti.

Ma persino nella morte le Furie riuscirono ad avere la loro rivincita nei confronti di Kratos. Difatti, poco prima della caduta di Megera, le tre sorelle avevano di nuovo reso Orkos il guardiano del vincolo che univa lo Spartano con il Dio del Massacro. Con il patto legato alla vita del figlio di Aletto e Ares, l'unica possibilità per il Fantasma di Sparta di liberarsi dal gioco del Dio della Guerra era quello di uccidere Orkos con le sue stesse mani. E fu così che a malincuore, e dietro richiesta dello stesso Orkos, Kratos pose fine alla vita dell'ex-guardiano dei patti.

Orkos cadavere casa kratos fiamme

Kratos posiziona il cadavere di Orkos all'interno della propria abitazione, per poi dar fuoco all'intero edificio. Creando così una sorta di pira funebre per l'unica persona che forse poteva considerare un amico.

Calata la notte su Sparta, lo spartano posizionò il corpo di Orkos all'interno della propria abitazione, per poi dare alle fiamme quella che era stata per molto tempo la sua casa; trasformandola così in una pira funebre per l'unica persona che Kratos poteva davvero considerare un amico.

Poteri e Abilità[]

Pur non appartenendo alla razza degli Dei dell'Olimpo, Tisifone possedeva pericolosi e peculiari poteri, oltre all'immortalità e ad una forza fisica sovraumana. Tali abilità erano:

  • Resistenza sovraumana.
  • Agilità sovraumana.
  • Capacità di volare.
  • Capacità di percepire lo spergiuro e la rottura di un patto di sangue tra due individui.
  • Capacità di poter creare le pietre del giuramento, manifestazione concreta dei vari patti di sangue stretti e testimoniati da Tisifone e dalle sue sorelle.
  • Esperta nell'uso della Magia Nera.
  • Manipolazione dell'energia.
  • Creazione di illusioni estremamente reali, con conseguente manipolazione dello spazio e della realtà circostante, attraverso l'applicazione della sua capacità di manifestare e manipolare energia.
  • Capacità di mutare il proprio aspetto, tramite l'ausilio delle proprie illusioni.
  • Barriera inchiostro furie lanterna delo statua apollo archimede

    Una barriera generata dalle Furie grazie al loro magico e sovrannaturale inchiostro. Uno degli usi più versatili e basilari di questa loro abilità.

    Capacità di creare costrutti d'energia indipendenti e di poterli controllare, come nel caso del suo Demone o dei numerosi illusori soldati spartani.
  • Capacità di creare e controllare il loro innaturale inchiostro nero, anche se in misura assai minore rispetto a sua sorella Aletto, Tisifone è versatile nella creazione di barriere di inchiostro, la cui distruzione, però, è possibile solo attraverso l'uso degli Occhi della Verità.

Galleria[]


Curiosità[]

  • Nella mitologia classica greca, la genesi di Tisifone e delle sue sorelle è assai diversa da quella mostrata in "God of War: Ascension". Le tre Furie infatti nacquero a seguito della castrazione di Urano da parte di suo figlio, Crono, quando alcuni fiotti di sangue del Titano dei Cieli toccarono la Terra, rendendole di fatto le figlie di Urano e Gaia, quindi sorelle dei Titani, dei Ciclopi e degli Ecatonchiri. In "Ascension", invece, le Furie vedono la luce quando il sangue e le carni di Nemesi finiscono nelle acque dell'oceano, formatosi dopo la morte di Talassa per mano di Urano.
  • Sempre dalla mitologia classica, il nome di Tisifone significa "Retribuzione" o "Vendetta", riferiti entrambi all'omicidio; il nome della Furia è infatti costituito dal termine "τισισ" ("tisis", che significa "pagamento", "retribuzione", "vendetta") e il termine "φόνος" ("phonos", che significa invece "assassinio", "uccisione", "strage"). Ed infatti, era proprio il compito specifico di Tisifone perseguitare e punire coloro che si erano macchiati del crimine d'omicidio; sia questo commesso contro un membro della propria famiglia (matricidio, parricidio e/o fratricidio) o contro una persona esterna alla propria famiglia (quindi sempre omicidio, ma in un ottica più generale).
  • Nell' "Eneide" di Virgilio, Tisifone viene descritta avente la pelle pallida (con un colore simile a quella di un cadavere) e vestita con una veste scura, umida, macchiata e gocciolante di sangue (particolare, quest'ultimo, che il poeta romano inserì per rimarcare il ruolo della Furia come persecutrice di coloro che si erano macchiati di omicidio).
  • Alcuni miti raccontano l'episodio nel quale Tisifone s'innamorò perdutamente di un giovane e bellissimo mortale: Citerione, re di Platea. Durante un banchetto, il re si accorse che tra i suoi ospiti vi era una donna, a capo coperto, ammantata da una tunica nera, di cui era visibile soltanto l'attraente ma pallido viso. Intrigato dall'insolita figura femminile, Citerione lasciò i festeggiamenti e seguì la donna sul vicino monte, qui ella confessò di essersi innamorata a prima vista del ragazzo, lasciando poi cadere a terra il mantello che l'avvolgeva e rivelando una chioma serpentina, mani nere ed artigliate ed un enorme paio d'ali da pipistrello. La donna non era altri che Tisifone, una delle Eumenidi. Alla vista di una delle tre Furie, il ragazzo inorridì, respingendone le avances e cercando di scacciarla. Ferita ed irata dal rifiuto del giovane, la Furia fece scattare in avanti uno dei serpenti velenosi della sua chioma, che andò così a mordere fatalmente il ragazzo. Dopodiché, Tisifone tornò negli Inferi lasciando Citerione ad affrontare una lenta e devastante agonia. Da quel giorno in poi, il monte sul quale il re morì prese il suo nome, diventando così il Monte Citerone.
  • Le colossali e sofisticate porte di bronzo (forgiate da Poseidone) che sigillano e dividono gli abissi del Tartaro, dal resto del regno del Dio Ade, devono il loro nome proprio a Tisifone, la Furia della Mente.
  • Durante la boss fight contro Kratos, sul guanto della statua di Archimede, Tisifone ripete per due volte la stessa identica frase: "Vieni sorella, insieme sconfiggeremo questo bastardo!"
  • Di tutte le tre Furie, solo i concept arts iniziali dedicati alla realizzazione del personaggio di Tisifone presentano una somiglianza all'aspetto con le quali le Eumenidi vengono descritte e rappresentate nella mitologia classica greca.
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