God Of War Wiki
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-Accidenti...è proprio ostinato, vero?

-La sua ostinazione lo condurrà alla morte!

–Polluce e Castore

Conosciuti anche come Dioscuri, Castore e Polluce furono alcuni tra i più famosi e fondamentali membri degli Argonauti: il gruppo di eroi che s'imbarcò, sotto la guida di Giasone, per riuscire a conquistare il prezioso e famoso artefatto conosciuto come il Vello d'Oro. Anni dopo, ormai giunti alla vecchiaia, i gemelli strinsero un accordo con le Furie, diventando i carcerieri dell'Oracolo Aletheia e i signori indiscussi del Tempio di Delfi, sotto il falso titolo de "Il Profeta".

All'interno della saga di God of War, i due appaiono come uno dei boss principali in God of War: Ascension.

Serie di God of War[]

La nascita e gli Argonauti[]

Il concepimento dei due fratelli fu qualcosa di molto singolare: nati dalla stessa madre, Castore e Polluce hanno però padri diversi. Una sera, Tindaro (Re di Sparta) e sua moglie Leda giacquero insieme e concepirono Castore; quella stessa notte però, Zeus (che da tempo si era innamorato della regina di Sparta) rapì quest'ultima, e sotto le spoglie di un grosso cigno la ingravidò, concependo con lei Polluce e Elena di Sparta (la causa scatenante della successiva guerra di Troia).

Monte Taigeto

Il Monte Taigeto, che domina Sparta

Gli embrioni di Castore e Polluce si unirono, causando così la nascita dei due fratelli siamesi; uno semi divino (Polluce) e l'altro un mortale (Castore). Data la loro marcata deformità, non si sa come i due siano scampati dall'essere gettati dal monte Taigeto. Molto Probabilmente Tindaro riuscì a evitare ai gemelli morte certa, nascondendoli o facendo pesare la propria posizione di sovrano di Sparta.

Sopravvissuti alla feroce epurazione infantile della civiltà spartana, i due crebbero, diventando esperti nella lotta, nel pugilato e nel combattimento con le armi. La loro fama di formidabili guerrieri si sparse per tutta la Grecia, tanto che furono poi contattati da Giasone per partecipare alla missione per la conquista del Vello d'Oro.

Castore e polluce vecchi

I fratelli Castore e Polluce, ormai vecchi e ridotti in rovina

God of War: Ascension[]

Anni dopo, oramai sopraggiunta la vecchiaia, dimenticati come Argonauti e molto probabilmente in disgrazia; i fratelli ricercavano ancora le stesse ricchezze, il potere e la gloria che avevano posseduto quando facevano parte della grandiosa spedizione di Giasone. Quasi del tutto corrotti dalla propria avidità, Castore e Polluce furono avvicinati dalle Furie, che offrirono loro un patto: diventare i carcerieri dell'Oracolo Aletheia e in cambio sarebbero divenuti i padroni assoluti ed indiscussi del Tempio di Delfi.

Vista l'opportunità di riottenere ciò che avevano perso nel corso degli anni, i due accettarono di buon grado l'offerta; ma prima di prendere il completo possesso del luogo di culto, le Furie ordinarono loro di nascondere gli Occhi della Verità, in un luogo praticamente inaccessibile, e perciò i fratelli scelsero come nascondiglio la lanterna dell'enorme Statua di Apollo di Archimede, costruita sull'isola di Delo (terra natia proprio del Dio dell'Illuminazione e di sua sorella Artemide).

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Castore e Polluce seduti sul loro trono all'interno del Tempio che ora comandano, al collo portano la gemma di Uroboro

Fatto ritorno al Tempio (ora loro nuova e sontuosa dimora) i due decisero d'imprigionare ed isolare l'Oracolo, in modo permanente, nella grande sala sospesa situata nelle caverne sotto al luogo di culto (la cosiddetta "Sala dell'Oracolo"), così da poter impedire a chiunque (se non ad alcuni schiavi autorizzati) di raggiungere o comunicare con Aletheia. Inoltre tolsero alla divinatrice un potente talismano: l'Amuleto di Uroboro, che lo stesso Oracolo utilizzava durante le sue profonde meditazioni per leggere nel futuro. In seguito, divennero profondi esperti nell'utilizzo della reliquia, tant'è che riuscirono a piegarne il potere al proprio servizio, riuscendo così ad infonderne la magia nelle armi e sopratutto nel riuscire a ringiovanire completamente.

Dovendo mantenere però le apparenze con i fedeli di Delfi e i vari pellegrini che ogni giorno arrivavano al Tempio in cerca di conforto e risposte sul proprio incerto futuro; Castore e Polluce decisero di adottare la falsa identità de "Il Profeta Castore", guardia personale e protettore dell'Oracolo (per nascondere chi fossero realmente, Polluce venne nascosto sotto un mantello; anche se suo fratello, molto spesso, si riferiva a se stesso usando il "noi").

Offerte oracolo

Un esempio delle ingenti e inutili offerte imposte da Castore e Polluce, per arricchirsi alle spalle dei poveri cercatori dell'Oracolo e per scoraggiarli nel chiedere un'udienza

Per riuscire a evitare qualsiasi incontro tra Aletheia e i suoi fedeli, il duo (spacciandosi come intermediari tra l'Oracolo e i vari pellegrini) cominciò a richiedere ingenti e spropositate offerte a coloro che si presentavano alle porte del Tempio. Questa decisione servì ai due per aumentare le proprie ricchezze, ma anche per scoraggiare i molti viaggiatori che arrivavano al tempio in cerca dell'aiuto dell'Oracolo.

Schiava castore e polluce

Una delle schiave dei "Profeti", molto probabilmente un ex-accolito di Aletheia, trasformata in una concubina.

La posizione di "Profeta" conferì ai due di avere un completo controllo sui sacerdoti e sacerdotesse di Delfi. Inoltre i fratelli comprarono, da alcuni mercanti di schiavi, anche alcuni servi che servivano loro e soltanto loro; ma è probabile che col tempo, tutto il corpo di sacerdoti e sacerdotesse fu convertito negli sguatteri personali dei due fratelli.

Statue castore

Le enormi statue di Castore, fatte costruire all'interno del Tempio di Delfi

Volendo ribadire la loro assoluta supremazia sul luogo di culto, ma anche col desiderio di lasciare il proprio marchio e trasformare l'intera struttura in un tempio dedicato a loro stessi e non più ad Apollo; i due ordinarono la costruzione di enormi statue che ritraevano proprio il "Profeta". La realizzazione delle sculture fu affidata ai loro schiavi, che se fallivano o non portavano a termine il lavoro nel tempo stabilito, venivano brutalmente eliminati.

L'arrivo di Kratos e morte[]

Schiavi al lavoror

Gli schiavi si rimettono al lavoro dopo aver visto l'assassinio del loro compagno e dopo essere stati minacciati da Castore

Sarai anche un grande guerriero, ma non c'è posto per te nel nostro tempio.

NON VEDRAI MAI L'ORACOLO!

–Castore

Quando Kratos giunse al Tempio di Delfi, alcuni degli schiavi stavano finendo di costruire l'ennesima effige in onore dei due fratelli. Sfortunatamente la realizzazione della statua non era rientrata nei tempi concessi da Castore e Polluce. Quando lo schiavo che supervisionava la costruzione delle sculture, cercò di spiegare al "Profeta" come i suoi compagni fossero oramai stanchi e affamati, per il duro lavoro, e che per questo la statua non era ancora del tutto completata, Castore uccise lo sfortunato servo infilzando la sua testa con la lama del suo bastone (formato dall'unione di una mazza ferrata e di una spada) urlandogli che nessuno gli aveva concesso il diritto di parlare. Alla vista del barbaro omicidio, tutti gli schiavi si rimisero in fretta al lavoro, e prima di ritornare a sedere sul suo trono, Castore nominò un nuovo capo tra gli schiavi, ordinandogli di far sparire il cadavere del suo predecessore.

Castore nomina un nuovo capo

Il "Profeta" Castore nomina un nuovo schiavo alla supervisione del completamento delle statue

Quando Kratos riuscì ad attivare il grande ascensore del salone principale, fu in grado di raggiungere l'ingresso del corridoio sospeso. Proprio qui si trovavano, seduti sul loro trono (assieme ad una delle loro schiave e circondati da alcuni servi), Castore e Polluce. Appena videro avanzare lo spartano, i due gli intimarono di fermarsi e lasciare dinnanzi a loro le offerte da sacrificare per ottenere in cambio un'udienza presso l'Oracolo; Kratos, però, rispose che non portava con se nessun dono.

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Castore ferma Kratos, che tentava di superare i fratelli, per incontrare Aletheia, senza versare il sacrificio di degne offerte

Il "Profeta" fu stupito dall'audacia del guerriero anche se poi, osservando il singolare tatuaggio sulla sua cinerea pelle, comprese come mai egli stesse cercando l'Oracolo (molto probabilmente le Furie avevano descritto ai due fratelli l'aspetto di Kratos e li avevano anche informati che erano a caccia proprio del guerriero, per conto di Ares). Castore allora intimò allo Spartano di andarsene e ritornare al suo cospetto solo quando avrebbe avuto in suo possesso delle adeguate offerte da "offrire ad Aletheia".

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Castore e Polluce usano il potere dell'Amuleto di Uroboro per ringiovanire

Quando Kratos si rifiutò ancora una volta di consegnare i tributi richiesti, Castore si spazientì ed ordinò ai suoi schiavi di eliminarlo. Quest'ultimi, però, accorgendosi su chi fosse il loro avversario, decisero di fuggire. Vedendo i propri schiavi lasciare il corridoio, i fratelli decisero di prendere in mano la situazione; e dopo essersi imbevuti del potere dell'Amuleto di Uroboro (e quindi dopo esser ringiovaniti completamente) cominciarono a teletrasportarsi lungo il grande corridoio, facendolo crollare nel mentre, cercando così di assassinare il Fantasma di Sparta.

Corridoio che crolla

I fratelli fanno crollare il grande corridoio del tempio, nel tentativo di uccidere lo Spartano

Non perdoneremo la tua insolenza. Tu non la vedrai!

–Polluce

Sopravvissuto al tentativo di uccisione da parte dei fratelli, lo spartano raggiunse indenne la sala dell'Oracolo e qui iniziò una cruenta battaglia contro i due. I "Profeti", facendo grande uso dei poteri derivati dalla reliquia di Uroboro, cercarono più volte di mettere in difficoltà Kratos, facendo crollare molte volte la grande piattaforma della sala (o parti di essa), attaccandolo direttamente con le loro armi (anch'esse infuse coi poteri dell'amuleto) oppure lanciandogli contro dei colpi d'energia, da sopra ad una delle tante colonne che circondavano la grande sala sospesa. Dopo aver affrontato Castore ed averlo tramortito, Kratos cominciò a prendere a pugni il duo. dovette vedersela anche con Polluce, molto più esperto

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