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Chi desidera il Traghettatore?

–Caronte

Caronte è un membro delle antiche divinità primordiali e ricopre anche il ruolo di Traghettatore dell'Oltretomba, il regno dei morti. Suo è il compito di trasportare le anime dei mortali appena morti da una riva all'altra del fiume Acheronte, il primo rivo che i trapassati incontravano all'ingresso del regno di Ade (anche se percorreva anche gli altri fiumi infernali, come lo Stige, il Lete, il Flegetonte e il Cocito).

Nominato in molti capitoli della saga, Caronte appare fisicamente solo in God of War: Chains of Olympus, dove è uno dei boss del gioco.

Serie di God of War[]

La nascita, l'Ira dei Primordiali e il Regno dei Titani[]

Figlio di Erebo e Nyx, Caronte fu un membro delle potenti divinità primordiali e fu anche il fratello maggiore di Tanato, Morfeo e delle Parche, le Sorelle del Destino. Non si sa se prese parte alla grande guerra tra i suoi simili o se rimase in disparte a guardare, mentre il mondo veniva plasmato da quella folle guerriglia.

Molto probabilmente rimase in disparte, in compagnia dei suoi fratelli, anche durante i regni di Urano, prima, e di Crono poi. Probabilmente non considerandosi toccato da tali lotte per il potere. L'esistenza di Caronte mutò quando il regno dei titani fu completamente rovesciato e distrutto dagli Dei, durante la Grande Guerra.

Il Traghettatore[]

Non si conosce il motivo che forzò il futuro Traghettatore a diventare servo di Ade, figlio di Crono. Probabilmente, dopo la sconfitta dei Titani e la loro reclusione nelle profondità del Tartaro, e con la nascita dei mortali per mano di Prometeo; Caronte tentò di sfidare Ade per il controllo dell'Oltretomba, che il Dio dei Morti aveva ricevuto come regno, dopo la spartizione del mondo con i suoi fratelli: Poseidone e Zeus. Qualunque fosse la ragione, infine il figlio di Nyx si ritrovò costretto ad inginocchiarsi dinnanzi al Signore dei defunti.

Maschera di caronte

La maschera d'oro di Caronte, il simbolo del suo servizio come Traghettatore delle anime e come servo di Ade

Forse apprezzando la potenza di Caronte, e non desiderando la sua morte, Ade lo risparmiò e lo rese suo schiavo, forse persino il primo e più importante tra tutti; con il compito di essere pastore e traghettatore delle anime dei morti, trasportandole attraverso l'Acheronte e gli altri rivi infernali. Per suggellare tale condizione e quindi il suo nuovo ruolo, Ade fece dono a Caronte di una maschera di oro puro, che il neo Traghettatore cominciò ad indossare perennemente (anche se questa invece di aderire al viso, fluttuava in aria davanti al suo viso).

L'arrivo di Kratos nell'Oltretomba[]

Condividiamo lo stesso destino Kratos, gli Dei non ci libereranno dalla nostra tortura.

–Caronte

Maschera di caronte 2

La maschera di Caronte, simbolo della sua schiavitù.

La riva di caronte

La Riva di Caronte, il molo costruito sull'Acheronte, il sanguinolento fiume dell'odio

Nonostante la sua lealtà al Dio degli Inferi e la dedizione al compito da esso affidatogli, Caronte sembrava detestare il suo ruolo di Traghettatore delle anime dei morti (come egli stesso rivelò in seguito allo stesso Kratos). Questo suo rancore e cocente disprezzo per il proprio compito intrise la maschera con i suoi poteri e la sua ira.

Quando lo spartano arrivò nell'Oltretomba, guidato dai Destrieri del Fuoco (durante la sua ricerca di Elio, il Dio del Sole, che era stato strappato dal suo carro nel cielo), raggiunse la Riva di Caronte; una struttura in pietra che fungeva da molo lungo il fiume Acheronte, il fiume del dolore (il primo rio che i morti devono attraversare per raggiungere il vero e proprio dominio di Ade, ma che poteva essere superato solo da coloro che disponevano di un obolo, una moneta comune, e coloro che avevano ricevuto degna sepoltura; tutti gli altri erano destinati ad essere scagliati nelle acque sanguinolente del fiume e a cercare da soli di raggiungere la destinazione ultima). Il molo era costruito in prossimità a delle imponenti cascate dove il fiume di sangue si riversa nelle profondità del Tartaro.

Riva di caronte

La Riva di Caronte, costruita vicino alle cascate ove l'Acheronte si riversa nel Tartaro.

La campana di caronte

La Campana di Caronte, che se suonata, richiamava il Traghettatore al molo per imbarcare e trasportare le anime delle persone appena morte

Nella costruzione del molo era presente una grande statua di uno scheletro ammantato in una tunica, essa sorreggeva la Campana di Caronte, che se suonata, avvertiva il Traghettatore che nuove anime era pronte per essere caricate ed accompagnate verso il regno del Dio degli Inferi (o essere spedite nelle profondità del fiume di sangue).

Kratos deriso dal Traghettatore

Il Traghettatore deride lo spartano definendolo "lo schiavo dell'Olimpo"

Caronte e kratos, torture

Il Traghettatore rivela a Kratos che nessun Olimpico li libererà dai loro tormenti

Quando arrivò sulle sponde dell'Acheronte, e dopo aver suonato la campana, Kratos salì sul traghetto di Caronte. Qui, dopo che il Traghettatore cominciò a deridere lo spartano per la sua condizione di schiavo e dopo avergli rivelato che gli Olimpici non avrebbero liberato nessuno dei due dalle loro corrispettive torture, i due iniziarono una violenta lotta (scaturita dal fatto che Caronte si rifiutava di trasportare Kratos sulla sua imbarcazione, dato che quest'ultimo era ancora in vita).

Caronte si rifiuta di trasportare Kratos

Caronte si rifiuta di trasportare Kratos perchè ancora in vita, intimandogli anche di andarsene

Alla fine, Caronte usò la forza distruttiva della sua imbarcazione contro il guerriero, rilasciandogli addosso una potente fiammata generata da tre pilastri di pietra avvampati dal potere stesso del Traghettatore (e che questi usa per guarire le proprie ferite). Ormai sconfitto, incosciente e prossimo alla morte, lo spartano venne sollevato da Caronte oltre il bordo della sua imbarcazione e lasciato cadere verso i più profondi abissi del Tartaro.

Hai scelto il tuo destino...Fantasma di Sparta!

–Caronte

Kratos contro caronte

Kratos lotta contro Caronte per la seconda volta

Nuovo combattimento con Kratos e sconfitta[]

Caronte lotta contro kratos

Caronte affronta Kratos, ora armato del Guanto di Zeus (sullo sfondo si vedono i pilastri pervasi dal potere del nocchiero dell'Oltretomba)

Riuscito a sfuggire dai profondi abissi del Tartaro, lo spartano tornò sulla Riva di Caronte, dove il traghetto era ancora ormeggiato (molto probabilmente in attesa di nuove anime da trasportare). Quando Kratos salì sulla sua imbarcazione, Caronte ne fu sorpreso, ricominciando a deriderlo, insinuando che gli Dei avevano avuto pietà di lui, consentendogli così di sfuggire dalle profondità dell'Ade. Dopo ciò, i due ripresero a combattere, ma questa volta, Kratos era armato con il Guanto di Zeus, la cui potenza e forza gli consentirono di distruggere i tre grossi pilastri che consentivano al Traghettatore di ripristinare la propria vitalità. Con la distruzione di tutte e tre le colonne, il potere di Caronte che in esse era racchiuso, esplose, distruggendo una parte dell'imbarcazione e tramortendo lo stesso Traghettatore.

Kratos tramortisce caronte

Kratos attacca un tramortito Caronte, strappandogli di mano la sua falce

Caronte impalato alla nave

Il Traghettatore viene impalato dalla propria arma, alla propria nave

Lo spartano colse l'occasione presentatagli ed attaccò Caronte: dopo avergli strappato la propria falce dalle mani, lo spartano la utilizzò per impalare il nocchiero dell'Oltretomba alla prua della sua stessa imbarcazione. Ormai convinto di aver sconfitto il suo avversario, Kratos si mosse verso i detriti dell'esplosione (dall'altro lato del ponte del traghetto), per recuperare la maschera dello stesso Caronte, che quest'ultimo aveva perso a causa della deflagrazione dei tre pilastri. Proprio quando si accingeva a raccogliere l'artefatto d'oro dal suolo, Caronte cominciò a ridere e davanti agli occhi dello spartano staccò la parte superiore dal resto del suo corpo, cominciando a levitare in aria avvolto dalle fiamme del suo stesso potere.

Kratos con la maschera di Caronte

Kratos tenta di raccogliere la maschera di Caronte

Caronte si stacca a metà

Caronte stacca il proprio busto dal resto del corpo, cominciando così a levitare in aria

Sospeso in aria, il nocchiero cominciò a lanciare contro Kratos numerose sfere di energia, che lo spartano però e respinse grazie all'ausilio dello Scudo del Sole (preso precedentemente dal trono di Elio). Dopo essere stato colpito più volte dalla sue stesse sfere energetiche, Caronte, oramai stremato, cadde infine al suolo; e qui Kratos, dopo averlo afferrato, lo sbatté per terra e cominciò a picchiarlo selvaggiamente sulla tempia destra con il Guanto di Zeus.

Disfatta di caronte 0

Infine, dopo i numerosi e violenti colpi, il cranio del Traghettatore cedette sotto il peso e la forza dell'arma divina, fracassandosi e segnandone la sconfitta. In seguito alla disfatta di Caronte, Kratos potè raccoglierne la maschera (ottenendone così il potere magico) e prendere possesso del traghetto stesso del nocchiero, che utilizzò per raggiungere le parti più interne degli Inferi, ed arrivare infine al Tempio di Persefone.

Disfatta di caronte 1
Disfatta di caronte 2

Caronte, dopo essere stato atterrato, viene colpito più e più volte alla testa, finchè il suo cranio non si schianta sotto la potenza dell'arma di Kratos

Incisione di Caronte sul palazzo di ade

Incisione sulla porta del palazzo di Ade, che raffigura Caronte sulla sua imbarcazione

God of War III[]

Nell'ultimo capitolo della saga, negli Inferi, una volta bruciati i rovi (con l'ausilio dell'Arco di Apollo) davanti al palazzo personale di Ade, si può notare che la porta della costruzione è ornata con un'enorme incisione che raffigura proprio il Traghettatore a bordo della sua imbarcazione, mentre naviga sopra un fiume di sangue e teste (segno abbastanza tangibile di quanto Ade provasse rispetto ed onorasse Caronte per il suo ruolo nel regno dei morti).

Poteri e Abilità[]

Manipolazione dell'ombra di caronte

Caronte usa le ombre per spostarsi

Essendo una divinità primordiale, Caronte possiede molte abilità e i suoi poteri sono innumerevoli:

  • Immortalità.
  • Agilità e velocità sovraumana, testimoniato dai suoi spostamenti quasi istantanei.
    Sfere energia caronte

    Il Traghettatore crea delle sfere d'energia da inviare contro Kratos

  • Forza sovraumana, difatti è in grado di sollevare Kratos con una sola mano e di scagliarlo facilmente oltre la murata del suo traghetto.
  • Umbracinesi, e quindi il controllo e manipolazione delle ombre e dell'oscurità, che usa principalmente per spostarsi.
  • Volo, come si può notare durante il combattimento, dove sembra fluttuare in alcuni casi (quando il suo corpo è ancora integro); mentre vola/fluttua letteralmente nell'etere dopo essere stato diviso in due.
    Ira di caronte

    Caronte emette raggi d'energia dal suo viso (o dalla sua maschera)

  • Manipolazione dell'energia, come si può vedere quando crea delle sfere energetiche per colpire Kratos.
  • Capacità di far levitare gli oggetti, come testimoniato dalla sua maschera.
  • Capacità di emettere raggi d'energia dal viso (o dalla sua maschera).
    Caronte intinge la sua falce col suo potere

    Il Traghettatore intinge la sua falce col suo potere creando così una piccola scossa sismica

  • Facoltà di poter intingere gli oggetti con il proprio potere, come si può vedere con la sua falce e i tre pilastri sul suo traghetto.

Curiosità[]

  • Caronte è uno dei tre soli personaggi che in tutta la saga riescono a sconfiggere Kratos in battaglia, gli altri sono Deimos e Zeus.
  • La modalità con la quale Caronte viene sconfitto, è simile a quella con la quale viene ucciso Ercole in God of War III.
  • Non si conosce il vero fato di Caronte, dato che nel primo romanzo dedicato alla serie di God of War, più volte si fa riferimento al Traghettatore come se questi sia ancora vivo e stia ancora compiendo il suo ruolo di trasportatore di anime attraverso i rii infernali (il romanzo uscì a fine Marzo del 2010, in contemporanea con God of War III e ben 2 anni dopo l'uscita di Chains of Olympus).
  • Quando Ade, in God of War III, elenca a Kratos i motivi per cui lo odia in modo viscerale (la morte di sua moglie Persefone, di sua nipote Atena e di suo fratello Poseidone), non elenca la morte di Caronte (che comunque considerava un stretto alleato, tant'è che a lui è dedicato un murale sulla porta del suo palazzo), indizio che può far fortemente pensare che il Traghettatore sia ancora vivo.
  • Si può notare che Caronte è privo di labbra e palpebre; molti pensano che in realtà il nocchiero fosse un mortale o un semidio condannato al ruolo di traghettatore e che, col tempo, il suo corpo si sia decomposto. Questa teoria è del tutto sbagliata, difatti anche Tanato (fratello minore di Caronte) presenta un aspetto piuttosto cadaverico (con occhi infossati e carnagione pallida) quindi ciò ci conferma che Caronte è (come da mitologia classica) figlio di Erebo e Nyx.
  • Alcuni sostengono che i poteri del Traghettatore derivino da quelli di Persefone e che si incanalino in lui attraverso la maschera. Ciò è molto improbabile dato che i due esseri presentano colori per i propri poteri molto diversi (quelli di Persefone sono neri con sfumature verdi) e poi si può notare che anche senza indossare la sua maschera, Caronte è in grado di usare alla perfezione tutte le sue abilità.
  • Nella mitologia classica, Caronte non indossa mai una maschera. Questa associazione è dovuta al fatto che nella antica Roma, nei giochi tra gladiatori, esisteva la figura del "Charun"; costui era uno schiavo che con indosso una maschera di cuoio dalle fattezze demoniache e armato di un martello, che aveva la forma del manico di un remo, aveva il compito di assicurarsi che il guerriero non graziato o quelli che erano rimasti feriti in modo grave durante i giochi fossero davvero morti; se non lo erano, era suo preciso compito infliggere loro il colpo di grazia. Così come Caronte portava le anime dei morti nel regno di Ade, il "Charun" portava ai gladiatori la morte.
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